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Museo Archeologico di Aidone
Nel seicentesco convento dei Cappuccini di Aidone, si può visitare un piccolo ma interessantissimo Museo Archeologico Regionale che custodisce reperti provenienti da Morgantina.
Al museo si accede dalla chiesa del convento, dedicata a San Francesco ove si ammira un altare di legno intarsiato sormontato da un trittico ottocentesco ad olio, raffigurante la Natività.
Nelle sale reperti provenienti dagli scavi di Morgantina e del colle di Cittadella, rinvenuti a partire dagli anni ‘50 dalla Missione Americana delle Università di Princeton e Virginia e dalle Soprintendenze di Siracusa, Agrigento ed Enna.
Seguendo un criterio cronologico tematico con il supporto di carte topografiche e pannelli esplicativi si snoda un percorso che ci fa ripercorrere la storia della città:
Preistoria e protostoria di Morgantina sono testimoniate dai materiali provenienti dal colle di Cittadella, sito ove si trovano i resti di un villaggio preistorico dell’Età del bronzo (1800 a.C.) e luogo ove intorno al 1000 a.C. fu fondata la prima Morgantina.
Reperti databili tra il IX secolo e la metà del V secolo a.C. indicano la coesistenza in quest’area delle culture sicula e greca. Reperti significativi in proposito sono: un’arula domestica su cui è raffigurato un cinghiale ed il cratere di Eutimide, con scene di amazzonomachia.
I reperti di epoca classica ed ellenistica, fino alla distruzione della città avvenuta nel 211 a.C., sono costituiti principalmente da terrecotte rinvenuti nelle necropoli e nei santuari urbani di Demetra e Persefone.
Nell'ex sacrestia del convento sono esposti oggetti d'uso comune agricolo, domestico e religioso, che offrono un quadro della vita quotidiana degli abitanti della città.
Ma le vere star del Museo provengono dalla restituzione di preziosi reperti trafugati dai tombaroli e acquistati attraverso il mercato clandestino dai principali musei statunitensi, i quali li hanno dovuto restituire allo Stato Italiano che ne ha potuto dimostrare l’origine e l’illecita provenienza. Così:
Il 13 dicembre 2009 sono rientrati al Museo di Aidone due acroliti (due teste, tre mani e tre piedi in marmo) di epoca greca arcaica attribuiti alle dee Demetra e Kore, fino ad allora esposti nel Museo dell'università della Virginia.
Il 5 dicembre 2010 è rientrato dal Metropolitan Museum di New York un servizio di sedici pezzi in argento per usi rituali e conviviali, trafugati da Morgantina.
Infine, nella primavera 2011, a conclusione di un contenzioso durato molti anni tra l'Italia e gli Stati Uniti, è rientrata la cosiddetta Dea di Morgantina, una statua alta 2,24 m, uno pseudo acrolito con il viso e le parti del corpo nude di marmo e i drappeggi della veste di tufo calcareo.
Scolpita tra il 425 e il 400 a.C. in Sicilia da un discepolo di Fidia, il corpo della statua di pietra calcarea, senza testa, era stato ritrovato nel 1955 nell’area del santuario centrale di Morgantina ed ha consentito di dimostrare che la famosa Afrodite esposta nel Paul Getty Museum di Malibù proveniva da Morgantina dove era stata sottratta illecitamente.