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Mata e Grifone mitici fondatori di Messina
Durante la festa dell’Assunta, che si celebra dal 13 al 15 agosto, sfilano per le vie della città le statue equestri denominate dai messinesi “U Giganti ca Gigantissa”.
Tradizione vuole che rappresentino Cam e Rea, o Saturno e Cibele, o Zancle e la sua donna, o Mata e Grifone, che secondo la leggenda, discesero dal villaggio collinare di Camaro per fondare Zancle, odierna Messina.
La leggenda narra che intorno al 965 d.C., un gigantesco moro di nome Hassam Ibn-Hannar sbarcò alla testa di numerosi pirati nelle vicinanze della città, cominciando a depredarla. Durante le sue scorrerie, Hassan vide a Camaro la bella Marta (dialettalmente Mata) figlia di un non meglio identificato Cosimo II di Castellaccio e se ne innamorò perdutamente. I due erano però divisi dalla diversa religione, e ottenuto un secco rifiuto dai genitori della ragazza alla sua richiesta di matrimonio, Hassam decise di rapirla. Hassam cercò in tutti i modi di essere ricambiato dell’amore che provava per Mata, ma fu tutto inutile. Mata cedette solo quando il saraceno abbracciò la fede cristiana, ricevendo il battesimo e cambiando il nome in Grifone.
Abbandonata la spada, Grifone si dedicò esclusivamente all’agricoltura e sposò la bella Mata mettendo al mondo tanti figli e fondando, con lei, la città di Messina.
Questa storia rivive ancora oggi attraverso due grandi statue equestri alte oltre 8 metri da terra, ma non sappiamo con certezza quando queste furono costruite per la prima volta.
Sembra che la statua di Grifone sia stata realizzata nel 1560 dal fiorentino Martino Montanini e che in origine avesse testa e braccia mobili. Di certo sappiamo che la testa dell’attuale gigante fu modellata in cartapesta dallo scultore e architetto carrarese Andrea Calamech intorno al 1570. Il nipote Lorenzo dipinse sia la testa di Grifone che di Mata nel 1571. Quest’ultima è stata rifatta nel 1958 dal messinese Mariano Grasso e dipinta dal prof. Michele Amoroso.
Il 13 e 14 agosto, partendo dal quartiere Camaro, luogo di origine di Mata, le due gigantesche statue percorrono le zone sud e nord della città per fermarsi poi nel largo Minutoli, di fronte al Municipio, concedendosi ai turisti e ai messinesi che numerosi accorrono ad ammirarle.
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