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Roccavaldina (ME)

Piccolo centro collinare dei Peloritani, incastonato in un anfiteatro naturale dal quale lo sguardo spazia dal promontorio di Capo Tindari fino alle Isole Eolie.

Borgo di antiche origini la sua storia è documentata dal medioevo, con il nome di Rocca, cui solo più tardi fu aggiunto Valdina dal nome della nobile famiglia che detenne il feudo per alcuni secoli.

I Valdina acquistarono il feudo di Rocca nel 1509. Abilissimi mercanti, avevano stretti rapporti con Palermo ove vivevano ed esercitavano l’attività di Mastri Notai della Regia Gran Corte di Sicilia, oltre a tutta una serie di attività legate al commercio dei cereali e soprattutto della seta.  

Tra il ‘500 e il ‘600 i Valdina fecero di Rocca un importante e ricco centro con fiorenti attività e una ricca borghesia che arricchì questo centro di edifici e opere d’arte, tra le quali fanno spicco: la Farmacia della Confraternita del SS. Sacramento, arredata con un corredo di vasi in ceramica - prodotti nel 1580 a Urbino nella bottega di Antonio Patanazzi, oggi riconosciuto tra i più preziosi al mondo; la Chiesa Matrice, dedicata a S. Nicola che presenta una tipica architettura post Concilio di Trento e custodisce al suo interno pregevoli opere d’arte. La Matrice è affiancata da un’imponente torre campanaria (1572) che aveva anche funzione di torre d’avvistamento per prevenire gli sbarchi di corsari che all’epoca razziavano l’isola.

Nello stesso periodo a Rocca furono edificati edifici religiosi come la chiesa di Gesù e Maria e monasteri francescani dei quali oggi è visitabile solo una parte del convento dei cappuccini, trasformato in Villa comunale.

Le chiese di Maria SS della Catena, dei Santi Cosma e Damiano e di S. Pietro, sono le più antiche strutture ecclesiastiche rimaste.

Pur trascorrendo molto tempo a Palermo, i Valdina scelsero di essere sepolti a Rocca e grazie a questa decisione oggi possiamo ammirare il Sepolcro di Don Maurizio, opera di Camillo Camiliani o la cappella Barocca di S. Nicola opera di Baldassarre Pampillonia che ospita anche i resti mortali del principe Giovanni Valdina e del Padre Andrea. 

Per rendere più confortevole il loro soggiorno in paese i Valdina fecero ristrutturare il castello che assunse la forma particolare di castello-palazzo su progetto attribuito all’architetto Jacopo del Duca.

Questa suggestivo borgo e il suo importante patrimonio culturale si possono esplorare grazie ad un interesse di un percorso guidato che sicuramente affascinerà e resterà nl cuore di ogni visitatore.

 

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